Kashmir e Ladakh. Appunti di viaggio
Le guide di viaggio dicono la verità: il Kashmir & Ladakh è una delle regioni più belle dell’India!!! Tutta montagne imponenti e valli deserte o verdeggianti, un’isola di smeraldo incastonata tra il Karakorum e l’Himalaya e per di più con caratteristiche etniche e religiose tali da creare una situazione molto particolare: Pakistani ad ovest, gli Afgani Wakhi a nord, Tibetani a est e Indiani a sud.
Sul pulmino c’era l’accompagnatore Yasin mussulmano, la guida indiana Pradeep induista, la guida locale Wuanciuk buddista e poi noi turisti: un po’ cristiani, qualcuno ateo e qualcun altro agnostico…. Comunque siamo stati sempre tutti d’accordo su tutto.
Siamo arrivati a Delhi alle due di notte, ma non c’è niente da fare … Anche a quest’ora l’India è India.
A Srinagar siamo andati a casa del caro amico Rashid, che ci ha raccontato di Kathmandu dove lui era presente durante il terremoto. Abbiamo pranzato con lui in casa sua ed è stata una sorpresa piacevolissima.
Sul lago di Srinagar il nostro albergo era una caratteristica Houseboat, e tornare la sera in hotel con una barca, invece che in bus o magari in metropolitana, è tutta un’altra cosa.
La strada che da Srinagar va verso Kargil, e che viene aperta solo da giugno a settembre, è impegnativa ma con dei paesaggi meravigliosi; è difficile descrivere la bellezza dei fiumi che scorrono impetuosi tra rocce, strati di neve ghiacciata e un panorama mozzafiato.
Ma la cosa che affascina di più e l’incontro frequente con pastori nomadi a cavallo con famiglie a seguito e greggi di capre cashmere, pecore, asini, cani etc…
Molto piacevole è anche la cordialità degli abitanti dell’unico paese che si incrocia: Dass, famoso, non solo per essere vicinissimo al contesissimo “Line of Control” del confine con il Pakistan, ma anche per essere la seconda località più fredda al mondo; nel 2005 fu registrata una temperatura di -60°C.
Abbiamo trovato un cartello stradale che diceva: “la velocità è un coltello che ti taglia la vita”.
Alcune volte, al ritorno da sperduti monasteri, per poter ammirare i bellissimi paesaggi abbiamo fatto lunghe passeggiate a piedi e, una volta, addirittura con il finale “ballo a scemi”.
Lungo la strada per arrivare a Leh, la capitale del Ladakh, abbiamo visitato diversi storici monasteri buddisti molto belli e affascinanti perché integri, veri, reali. Come pure il Festival al monastero di Hemis , una festa religiosa buddista con maschere, canti e balli e dove, a parte i pochi turisti, la partecipazione dei fedeli crea un’atmosfera unica.
Mentre ero a spasso nel quartiere tibetano di Leh ho sentito una voce di donna che chiamava: “Alfredoooo!!!!”; mi sono girato per vedere chi mi chiamava, ma vedevo solo gente del posto, poi ho riconosciuto la signora indiana Mira e suo marito con cui avevo parlato durante un caratteristico ingorgo sulla micidiale strada che dal Kashmir arriva in Ladakh.
Perché in India quando uno ha la fortuna di trovare un blocco stradale o anche un semplice passaggio a livello chiuso, può tranquillamente scendere dall’auto e cogliere l’occasione per conversare con le altre persone, come facciamo noi quando andiamo al bar a parlare con gli amici.
Alfredo Schincaglia
Prima di tutto devo ringraziare Andrea e Sabrina di Reporter live che mi hanno dato l’opportunita di organizzare viaggio kashmir e Ladakh. è stata un’ottima esperienza con i membri del gruppo. Vi ringrazio ancora un abbraccio forte a tutti.