Reportage di Giorgia Vallauri
Nella patria del cocco e della cannella la puntualità la fa da padrone
TEMPO, SUPERSTIZIONE e COLORE
Il colore, mezzo che esercita sull’anima un’influenza diretta, ancor più della parola sa trasmettere messaggi di vita
Reportage di Giorgia Vallauri
Spostare trentacinque presone in giro per lo Sri Lanka non è affatto cosa semplice. Tanto meno lo è se la “ciurma” è composta da trentacinque italiani.
Il primo motivo che potrebbe spiccare alla mente di molti, forse, è relativo alla guida a destra, altri, invece, potrebbe pensare che il problema si annidi nelle difficoltà di percorrere le strade, ossia che la segnaletica stradale sia a dir poco incomprensibile.
Nulla di tutto ciò!
Il vero problema è “il grande malanno” che colpisce circa il 90% della popolazione italiana: il famigerato “quarto d’ora accademico”.
Detta così, questa affermazione potrebbe apparire del tutto priva di senso a chi non abbia mai visitato quest’isola. Ma vi è da sapere che lo Sri Lanka, oltre ad essere la patria delle spezie, una terra estremamente verdeggiante, rigogliosa, calda, dalle acque cristalline e dalla gente sorridente, si caratterizza soprattutto per la forte superstizione dei suoi abitati. Al viaggiatore bastano pochi giorni per avere percezione di tale aspetto: il “giusto/buono orario” scandisce la vita di ogni cingalese, sia esso musulmano, appartenente all’etnia dei cingalesi, dei tamili o dei tamili d’India.
L’importanza dell’orario si manifesta già al primo istante in cui un individuo viene al mondo. Infatti non solo, contrariamente a quanto avviene in occidente, l’ora di nascita viene presa in considerazione mentre poca rilevanza è attribuita al giorno, ma essa assumerà un’importanza centrale in tutto l’arco della vita di un individuo, sarà cioè la sua stella polare per guidarlo nelle successive “ore giuste” che incontrerà sul suo percorso.
In tutto ciò, necessariamente, un ruolo dominante è rivestito dall’astrologo. Infatti quando un bambino viene al mondo, compito dei genitori è quello di controllare in maniera, a dir poco svizzera, l’ora di nascita. Successivamente l’astrologo, durante il colloquio con i neo-genitori, oltre a stabilire l’iniziale del nome del bambino (sempre decisa sulla base dell’orario di nascita), detta tutta una serie di atti che dovranno essere svolti ad un’ora ben determinata di un giorno successivamente stabilito (ad esempio ora dello svezzamento). Non rispettare tali prescrizioni comporterebbe, secondo i cingalesi, cattivi auspici per il fanciullo.
Durante il corso della vita, poi, saranno numerose le occasioni in cui un individuo dovrà consultare un astrologo: l’inizio della scuola, il giorno del matrimonio, la stipula di contratti, la partenza per un viaggio, i momenti in cui fare le offerte e il tipo di offerta giusta per migliorare il Karma; insomma tutto quanto si discosti dalla routine quotidiana deve essere svolto nel “buon orario”.
Anche le cerimonie, siano esse religiose, artistiche o popolari non possono essere iniziate né in anticipo, né in ritardo, in quanto non rispettare il “buon orario” è simbolo di malaugurio. Ad esempio i pochissimi che hanno la fortuna di assistere ad una esibizione della scuola di arti marziali Agan (l’unica scuola presente sull’isola, ove i ragazzi, fin dalla più tenera età posso apprendere questa antichissima tecnica fondata nel II secolo, caduta poi, per molti secoli nell’oblio, fino al momento in cui, all’inizio del secolo scorso, la nonna di Sumedha, maestro della scuola, ritrovò una pergamena contenente i segreti di quest’arte) non potranno giungere in loco oltre l’orario indicato, poiché l’esibizione in queste danze (miste a combattimenti) equivale ad una cerimonia religiosa, con la conseguenza che ritardare la preghiera e lo spettacolo è presagio di futuri eventi negativi per tutta la comunità del villaggio di Patikara Maduwa.
Gli esempi potrebbero continuare a raffica, dall’apertura dei templi solo in alcuni specifici orari, alle numerose cerimonie in parte pagane ed in parte mistiche che durante tutto l’anno riescono ad attirare qualsiasi cingalese, a qualsiasi religione esso appartenga. Perfino la coinvolgente cerimonia dedicata alla importantissima reliquia del “Buddha’s tooth” presso l’affascinante e maestoso Temple of the Tooth nella città di Kandy, scandita dal ritmo ipnotico dei tamburi, si svolge ogni cinque anni per solamente trenta minuti al giorno: “non un minuto di più, non un minuto di meno”.
Non ci si può fermare innanzi, non si può fotografare, ma solamente un repentino sguardo, per permettere alle numerose persone in coda di godere dello spettacolo. Pochi sono i fortunati che possono, in questi 1800 secondi, godere del mistico spettacolo della reliquia.
Tutte queste credenze, poi, trovano la loro manifestazione esteriore in quell’aspetto che è il più emotivamente pregnante dell’esperienza sensitiva: il colore. In quest’isola, infatti, ogni tonalità assume un significato, un messaggio che agli occhi di coloro che non conoscono questi aspetti spirituali e culturali può apparire come semplice vivacità e amore del gaio da parte del popolo cingalese. Non deve, quindi, stupire incontrare fiumi lucenti di un candido bianco dirigersi verso i templi, portando in dono freschi, immacolati, bellissimi e profumati fiori di loto, che appassendo molto velocemente, sono per i buddisti simbolo di trasformazione- metamorfosi e della brevità della vita terrena. E proprio in mezzo a questa purezza, improvvisamente, vi è la possibilità di scorgere esili monaci avvolti in lunghe tonache arancioni o rosso ocra, simbolo della rinuncia e del distacco dalle cose terrene.
Magari questa scena avviene durante una bella ed improvvisa tempesta tropicale tardo-pomeridiana, in cui l’acqua scroscia così violentemente, che vien quasi voglia di raccoglierla tra le mani per lavarsi la faccia sudata, rinfrescandosi, così, dalla calura.
Non si devono, poi, dimenticare i coloratissimi ed eleganti saari, nei quali si avvolgono le donne dai lunghissimi e splendidi capelli neri, camminando sinuose per le strade delle città e dei villaggi, dispensando sorrisi di lunga e longeva vita (Aybohan significa, infatti “lunga vita a te!”).
Ed è in tutta questa gioia di vivere, in questo caleidoscopio di colori, che appare fuori luogo uno dei tanti simboli della colonizzazione europea (anglosassone e portoghese): le uniformi scolastiche, camicia bianca e cravatta per i maschietti, lungo vestito bianco per le bambine e i capelli rigorosamente raccolti in lunghe trecce, che fa riflettere molto sul futuro di questa terra ancora naturale, e non ancora rovinata dalla modernità.
Forse però l’esempio migliore di quanto le tonalità dei colori abbiano una significato che va oltre la bellezza della percezione in sé e per sé dello stesso, è data dai tre colori della bandiera, che seppur nella loro semplicità, riescono a dire mo lto, se non, addirittura, tutto sulla popolazione nativa della “lacrima d’India”. Il verde, colore sacro dell’islam, celebra la minoranza musulmana, l’arancione rivela la presenza della popolazione induista ed, infine, il rosso, sul quale campeggia il leone, è l’inno alla popolazione buddista cingalese.
Lo Sri Lanka, fin dalla bandiera, è un simbolo di pacifica convivenza.
Ed è probabilmente proprio questo il miglior messaggio che riesce a trasmettere questo popolo: la fratellanza e l’eclettismo sono possibili, in questo Paese, infatti, si è in presenza di un continuo e repentino mescolarsi di credi religiosi, dove l’uno dona il meglio di sé all’altro.
Probabilmente i cingalesi hanno capito che le diverse esperienze religiose sono come un grande cocco…
Del cocco non si butta via nulla!
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bello bello, da votare assolutamente!!!!!!!!
grazie mille!!!!!
brava Giorgy, un voto garantito!!!!!
molto bello….coinvolgente fa venire voglia di visitare questo paese !!!
Giorgia non riesco ad accedere al voto!!! Perchè?
Complimenti!
(y)
Bell’articolo. Complimenti
bellissimo, nn sapevo ttt queste cose sul paese, e nn sapevo che fossero così precisi i cingalesi e nn sapevo neanche che fossero così pacifici!!
Bellissimo!!!!
Brava ottimo reportage
Ciao donatella. Se hai già votato, non puoi accedere di nuovo al voto.
bello, interessante il valore della vita così lontano dalle nostre ideologie anche se non vedo attorno a noi “cosidetti civili” valori da considerare edificanti, ab biamo tanto da volere e se non costa soldi non cf giriamo neanche di guardarlo vorrei non essere così ma…..
Brava Giorgia,
Complimenti!
grazie x averci fatto vivere 1 realtà molto umile ma significativa. 1 voto
brava giorgia,paese che vai usanza che trovi ,questo dovrebbe farci riflettere a tutti noi!!!!