“Lo sanno anche i cani, la povertà non abita qua”. Si tocca la gamba all’altezza della caviglia e sorride. Il cielo plumbeo di fine agosto incombe con nubi cariche di pioggia sopra alle nostre teste annebbiate dai pensieri e dalle preghiere di decine di bambini che ogni mattina arrivano qui al tempio, per pregare senza fare rumore. Si spostano come piccole formiche ai nostri piedi, ordinatamente, in fila, con divise blu intenso oppure arancio cangiante. Ci guardano, sorridono, poi si inginocchiano e con mani unite verso l’alto si toccano la…
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